Considerazioni sull’amara domenica della Parrocchia di Monsampolo…

Una domenica diversa, una domenica strana, una domenica amara… Quella che sarebbe dovuta essere una festa si è improvvisamente trasformata in un momento di tensione, con la contestazione e la rabbia a farla da padrone.

Una domenica con l’amaro in bocca per la comunità parrocchiale di Monsampolo che non ha accettato di buon grado la decisione di Sua Ecc. Mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, di affidare la Parrocchia del Capoluogo al Parroco e Viceparroco di Stella.

Una decisione resasi necessaria in seguito alle dimissioni per motivi di salute dell’attuale parroco che hanno costretto il Vescovo ad accelerare questa scelta che per alcuni è vista come una naturale conseguenza degli ultimi eventi, mentre per altri è considerata un terribile affronto nei confronti della storia e delle tradizioni del Capoluogo.

Don Paolo, colpevolmente lasciato solo dai suoi superiori, ha provato in tutti i modi a tranquillizzare i fedeli con tutte le sue buone intenzioni ma questo non è bastato: è troppa la paura di essere “nuovamente” abbandonati o di essere subordinati ad altre realtà parrocchiali.

Amici, non so dirvi dove sia la verità. Resta il fatto che ho visto una comunità sofferente, spaccata come non accadeva più da un pezzo e accecata da vecchi rancori e rivalità mai superati e improvvisamente tornati in superficie.

Va detto però che è inspiegabile la leggerezza e la superficialità con cui la Chiesa ha gestito questa situazione… per quanto improvvisa, la comunità andava comunque preparata e la decisione andava condivisa almeno con il Consiglio Parrocchiale.

Ora sarà complicato uscire da questo impasse. Io, nel mio piccolo, farò di tutto per poter aiutare a trovare una soluzione condivisa e, oggi stesso chiederò un incontro con il Vescovo.

Intanto, un grazie sincero a Padre Tonino per il servizio reso alla comunità in questi anni con l’augurio che le sue condizioni di salute possano consentirgli al più presto di continuare a svolgere al meglio il suo ruolo. Le lacrime e l’emozione di Paola dall’ambone sono solo l’ultimo, in ordine di tempo, dei tanti germogli di quanto seminato in questi anni, specie coi ragazzi.

E Monsampolo, ora più che mai ha bisogno di generatori di fratellanza, di costruttori di comunità, di artigiani del Bene che sappiano contribuire alla rinascita di questa piccola grande famiglia.

Chiudo queste mie riflessioni notturne con una preghiera (o un auspicio, che dir si voglia…) per i miei concittadini affinché sappiano liberarsi di tutta la rabbia e il rancore che li acceca e sappiano guardare al presente e al futuro, seppur tra tante difficoltà, con viva speranza e rinnovato entusiasmo. È innegabile che in passato siano stati fatti degli “errori di valutazione”, chiamiamoli così, ma ora occorre tracciare un solco e guardare avanti. Solo così la vostra Parrocchia e la nostra amata Monsampolo potranno vivere il loro nuovo Rinascimento.